Trame di fraternità
Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio
Caltanissetta – Cattedrale
1 gennaio 2014
1. Più uomini e più santi
Abbiamo chiuso un anno difficile dal punto di vista sociale ed economico, un anno particolare anche per l’avvicendarsi di due papi, papa Benedetto e papa Francesco, e adesso entriamo in questo 2014 che secondo la simbologia numerica ebraica dovrebbe essere un anno perfetto: 2 + 1 = 3 + 4 = 7, la somma dei numeri di questo anno dà 7, il numero di Dio, dunque direi che possiamo sperare in un anno davvero all'insegna della perfezione, della santità di Dio.
Ed è tale santità che io vorrei augurare a me e a voi perché abbiamo compreso la caducità delle cose di questo mondo, abbiamo capito come nulla di tutto ciò che è terreno può davvero saziare il nostro cuore, può creare una civiltà nuova, può generare nuove relazioni. Soltanto la santità può farlo, la santità che è essere sempre più quello che siamo per creazione e divenire quello a cui siamo chiamati per redenzione: per creazione siamo immagine e somiglianza di Dio in quanto trama di relazioni fra noi, per redenzione siamo chiamati ad essere simili a lui nella santità.
Il mio augurio è che diventiamo più uomini, più donne, perché più santi. E più siamo santi, più cresciamo in umanità, ovvero nel nostro essere persone che si nutrono di relazione e generano relazione, dunque tessono la trama della fraternità che, come ha scritto papa Francesco per il messaggio di questa Giornata, è la via alla pace. Papa Giovanni Paolo II aveva parlato della solidarietà come via alla pace, adesso papa Francesco accentua il tema della fraternità, in un discorso fra i più lunghi delle Giornate mondiali per la pace ed anche molto ben articolato. E perché sussista la fraternità, ha scritto il Papa, è necessario che noi ci rapportiamo ad un Padre trascendente, è necessario che abbiamo la consapevolezza di essere tutti figli di uno stesso Padre.
2. L’arte del silenzio nel servizio
La Chiesa apre il nuovo anno anche all’insegna di Maria Theotokos, Madre di Dio. Perché ci sia famiglia e, dunque, perché ci sia una tessitura fraterna, non basta che ci sia un Padre trascendente, dobbiamo avere anche una Madre, perché lei, la Madre, è il sogno di Dio sull'umanità, lei, l'Immacolata, il Tabernacolo che custodisce la Parola fatta carne nel suo cuore, anzi, che dà carne alla Parola già custodita nel suo cuore, lei che diventa l'Eucaristia stessa di Dio perché dice il darsi di Dio. E dice questo darsi di Dio nel perdersi all'amore per amore.
Dovremmo guardare di più a Maria, per apprendere l'arte del silenzio che si fa servizio, l'arte della custodia che si fa responsabilità e cura nei confronti degli altri, ospitati e accolti come fratelli e sorelle. Dobbiamo guardare a Maria per muovere i nostri passi in fretta, per rimetterci in marcia nel cammino della vita e portare la pace lasciandoci amare come siamo ed essere insieme ai fratelli e alle sorelle una danza, un magnificat, un magnificat al Signore, perché nella nostra carne si possa scrivere il suo amore di generazione in generazione. Così l'evangelizzazione diventa, non più organizzazione di strategie pastorali, iniziazioni cristiane o altro, ma diventa, come il bene, diffusiva da sé, si diffonde perché si diffonde la bellezza di Dio che regna in noi attraverso quella trama di cura, di premura, di fraternità che con Maria noi sapremo tessere in questo anno. E così la Madre di Dio diventa per noi anche Madre, sorella e modello di speranza. E così sia!