Dalle ceneri una nuova vita
Mercoledì delle Ceneri
Caltanissetta – Cattedrale, 5 marzo 2014
1. Essere amore per tutti
Con questa celebrazione la Chiesa ci introduce in un tempo speciale, in questi 40 giorni che ci preparano alla Settimana di passione, morte, risurrezione di Gesù, un tempo che ci porta sempre più a capire il cuore di Dio rivelato in Cristo Gesù, Colui che prima di farsi compagno di strada degli uomini e delle donne, prima di vivere quella compassione del cuore come condivisione di afflizioni e miserie, povertà ed emarginazione della gente, si è ritirato nella solitudine del cuore, nel deserto di Giuda e lì, per quaranta giorni e quaranta notti, ha vissuto un combattimento di preghiera, digiuno, elemosina come inginocchiamento dell’umano orgoglio, inginocchiamento dell’umana sete di potere e di successo. Quaranta giorni di combattimento, tentato dal diavolo, in un cammino costantemente illuminato dalle Sacre Scritture. Nelle pagine della Bibbia antica ha trovato, infatti, luce, ispirazione, forza per vincere ogni difficoltà e nascere alla missione di evangelizzazione con nel cuore una sola ricchezza: essere amore per tutti e in modo particolare per i peccatori, per gli ultimi, per i più poveri.
2. Nel segreto del cuore
Anche noi, a imitazione di Cristo Gesù, attraverso il portale della celebrazione di imposizione delle Sacre Ceneri, siamo chiamati a vivere questo combattimento nel deserto del cuore. Ecco perché Gesù insiste sul segreto del cuore: il digiuno nel segreto del cuore, la preghiera nel segreto del cuore, l’elemosina nel segreto del cuore, perché è nel cuore che ciascuno di noi decide chi vuole essere, di chi vuole essere, che cosa intende essere. La novità portata da Gesù rispetto alla pietà ebraica veterotestamentaria sta proprio in questo segreto.
Le tre dimensioni della pietà ebraica – il digiuno, la preghiera, l’elemosina – sussistono nel magistero di Gesù, ma tutto si svolge adesso nell’intimo, in quell’interiore segreto intimo deserto del cuore, dove ciascuno di noi è quello che è agli occhi di Dio, senza infingimenti e senza ipocrisia. E lì, nel segreto del cuore ci si scopre non abbandonati, non dimenticati, perché quand’anche una mamma si dimenticasse del suo bambino, il Signore nostro Dio non si dimenticherà di ciascuno di noi. Lì ci si scopre amati come si è, accolti per quello che ciascuno può dare, liberati da tutte le pastoie dell’ipocrisia, dell’apparenza, della esterna agitazione. Lì ci si trova rasserenati e rappacificati, raccolti, cioè nuovamente accolti, per una nuova creazione ed è come se noi nel segreto del cuore ci avvolgessimo nella consapevolezza di essere di nuovo cenere.
Da questa cenere della nostra morte al potere, al successo, all’apparenza, alle cose che passano, dalle ceneri di questo uomo vecchio, noi rinasciamo nuovamente. Ma quella cenere, quell’uomo vecchio che noi siamo stati, ci viene rimesso sul capo, come a dire: è da questa morte del tuo vecchio io che il Signore ricrea un nuovo essere, un uomo nuovo, una donna nuova, consapevoli dei propri limiti, delle proprie fragilità, delle proprie debolezze.
3. La vera ricchezza
Ma ci è possibile riaccoglierci nelle ceneri di ciò che siamo stati perché per primo il Signore, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, è cambiato, cambia, si converte a noi in continuazione, si inginocchia davanti a noi per riaverci di nuovo inginocchiati davanti a lui e non davanti ad altri idoli. Egli si rifà ogni volta povero, come svuotato di ogni presunzione nei nostri confronti e di ogni attesa circa la nostra conversione e il nostro ravvedimento, perché ci ama a prescindere dalla nostra conversione e il suo amore, che precede la nostra volontà di cambiamento, diventa causa della nostra santificazione.
Ecco perché Papa Francesco ha voluto affidarci per questa Quaresima un messaggio incentrato proprio su quel passaggio di S. Paolo nella seconda lettera ai Corinzi 8,9: «Cristo Gesù da ricco che era si è fatto povero per voi», cioè si è spogliato, si è privato di ogni attesa nei nostri confronti, si è come svuotato di ogni desiderio verso di noi, si è anche liberato della regalità, della maestosità della sua divinità, facendosi povero per noi, inginocchiato, umiliato davanti a noi perché attraverso questo suo svuotamento, attraverso questa sua umiliante povertà noi diventassimo ricchi, cioè potessimo trovare la strada che ci conduce alla vera ricchezza, la ricchezza di un amore di pura perdita, la ricchezza di vivere inchinati in quella elemosina che si fa accoglienza, riconciliazione, perdono, amore puro verso gli altri, e inchinati nei confronti di Dio in una preghiera permanente, in un perseverante intimo segreto colloquio con Lui.
Questo è il senso della nostra Quaresima: riconquistare noi stessi lasciandoci riacquistare da Dio a prezzo del suo Figlio e avere sempre più l’interiore, illuminata consapevolezza di essere cenere, perché queste ceneri diventino, già in questa celebrazione, segno di una novità di vita, di una nuova creazione. Avviamoci con speranza in questa Quaresima, la speranza di chi, affidandosi all’amore fino allo spreco di Cristo Gesù, osa credere di poter ancora cambiare. Sia lodato Gesù Cristo!