Nella “Lettera al popolo di Dio” del 20 agosto 2018, Papa Francesco scriveva:
«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti…Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità”.
Nella lotta contro la dilagante piaga dell’abuso, sempre più diffusa nella società, è particolarmente impegnata tutta la Chiesa sin da quando i sommi Pontifici Benedetto XVI e papa Francesco hanno ingaggiato una fortissima lotta con la pubblicazione di numerosi documenti che, oltre a indicare la gravità del fenomeno, hanno fortemente dato le linee per affrontare questo male che offende gravemente l’umanità e la coscienza di ogni uomo. Il Convegno diocesano, organizzato dall’Ufficio diocesano del “Servizio per la Tutela dei Minori e delle Persone vulnerabili” il prossimo 29 ottobre alle ore 17,00 presso il salone del Seminario vescovile di Caltanissetta, si propone di rispondere ai seguenti interrogativi molto importanti: “Qual’è la dinamica intrinseca dell’abuso?”; “Perché avviene l’abuso sui minori e sulle persone vulnerabili?”; “Quali sono le ferite che danneggiano gravemente la vittima dell’abuso?”. L’abuso accade sempre all’interno di una relazione asimmetrica tra un adulto e un minore o una persona vulnerabile per struttura psicologica o per una situazione di debolezza e fragilità legata ad un momento della sua vita. Appartiene ad un processo di corruzione e trasformazione dell’autorità legittima in una dinamica perversa di potere, supremazia, dominio, di possesso nei confronti di una o più persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità esistenziale e di dipendenza. Ogni abuso avviene sempre all’interno di una relazione di fiducia che si è consolidata nel tempo. Rappresenta la terribile rottura di una relazione in cui una persona si è affidata, progressivamente consegnata e raccontata. Il crimine dell’abuso non accade mai a caso, non è uno stupro improvviso, ma il frutto di una precisa forma di adescamento. Viene da lontano ed è preparato e preceduto da un insieme di atti e di scelte che l’abusante mette in atto nella propria vita, per condizionare, influenzare, controllare e rendere sempre più indifesa la vittima prescelta. Ciò che favorisce e alimenta il movente dell’abuso è il potere che una persona esercita su un’altra sino ad arrivare a schiacciare e umiliare la sua dignità riducendola ad un oggetto di cui potersi servire per gratificare i propri bisogni. Le conseguenze dell’abuso si manifestano in disagi di vario genere: psicologici, fisici, relazionali, psico-sociali, comportamentali e spirituali. L’abuso è un grave fatto traumatico ed è vissuto come l’esperienza di uno shock che lascia conseguenze permanenti: l’immagine di sé viene disturbata e l’identità confusa, la sfiducia in sé e nella vita portano la vittima a desiderare di dissolversi e sparire, a desiderare la morte e ad agire azioni suicidarie. Dal punto di vista comportamentale le conseguenze si manifestano in diversi modi: reazione di spavento o di non gradimento in occasione di un semplice contatto fisico; disturbi del sonno, perdita di appetito; allusioni sessuali indirette o esplicite, inappropriate all’età, nelle espressioni verbali, negli atteggiamenti, nei giochi e disegni; interesse eccessivo ed esclusivo per temi sessuali e pornografici, esibizioni di comportamenti autoerotici o simulazione di attività sessuali adulte. Interverranno sull’argomento: Don Franco Salvatore, pisocoterapeuta, coordinatore del Servizio regionale “Tutela dei minori e persone vulnerabili”, che terrà la relazione sul tema: “Prima che l’abuso accada”. Seguiranno due comunicazioni: la dott.ssa Maria Bianca Giunta, neuropsichiatra infantile, parlerà delle “Ferite degli abusi” e il dott. Emanuele Ricifari, questore di Caltanissetta, esporrà la situazione della “Piaga degli abusi nel territorio di Caltanissetta”.